Jeri 03

JeriDopo aver letto i vari report apparsi sui giornali di windsurf sulla nostra meta per le vacanze estive, sinceramente non avevo ancora ben chiaro che cosa mi sarei dovuto aspettare da questa vacanza. Si, più o meno c’ero arrivato anch’io che il vento non sarebbe mancato, che le onde non sarebbero state il massimo in questa stagione, che avrei dovuto portarmi una tavola piccola e vele massimo fino alla 5.3… ma come sarebbe stato tutto il resto in questo posto neanche menzionato nelle cartine del Brasile?!
Conosciuta tra i windsurfisti come una meta ideale per divertirsi a 360°, d’altra parte reperire articoli e resoconti su Jericoacoara, che esulassero dal nostro sport e non magari “entusiasmati” dalle condizioni trovate in acqua e dalle donne locali, non é poi una cosa così facile… mi ero limitato a leggere un articolo, reperito in internet, del Washington Post Magazine, che lo descrive come una delle migliori spiaggie del pianeta e ad assimilare i racconti del nostro mitico surfista errante, Zampognaro, che aveva soggiornato qui ad inizio anno per 5 settimane. Certo sentire Alberto, uno che ha girato mezzo mondo, se non di più, alla ricerca del vento descrivere Jericoacoara come uno dei migliori surf trip mai fatto, beh mi consolava alquanto…

COME ARRIVARCI: se vi muovete per tempo, potete trovare i voli per Fortaleza, effettuati da diverse compagnie, a prezzi un po’ più abbordabili di quelli che abbiamo trovato noi all’ultimo momento. Certo programmare a gennaio un viaggio estivo in Brasile, di questi tempi, non é così semplice, però si possono risparmiare dei bei soldoni. Le compagnie più abbordabili sono Varig, che faceva un volo diretto dall’Italia, ora sostituito da uno via San Paulo e TAP, via Lisbona. Se ci si organizza per tempo si possono trovare i voli andata e ritorno a circa 700 euro + 100 euro circa per il trasporto della tavola (ma di questo parleremo dettagliatamente dopo). I voli li potete prenotare presso la vostra agenzia viaggi di fiducia o trovarli via internet al sito www.cts.it, organizzazione forte di oltre 170 uffici in Italia, 5 all’estero, con una rete di assistenza in più di 50 paesi ed ad un Call Center nazionale di informazione e prenotazione. Oppure, andate sul sicuro e appoggiatevi ad un’agenzia che ha fatto dei viaggi per il Brasile il suo piatto forte e cioé AGENZIA VIAGGI RAMILLI Piazza A.Saffi, 48 47100 Forlì (Turismo e Vacanze 0543.25888 turismo@viaggiramilli.it; Biglietteria Aerea 0543.27793 - biglietteriaaerea@viaggiramilli.it). Segnatevi soprattutto il numero della biglietteria aerea dove trovate Marina che ha pazienza da vendere…. quando abbiamo cominciato a stressarla per i voli, circa un mese prima della partenza, eravamo in dieci in lista di attesa e alla fine, nonostante fossimo rimasti in cinque, non ci ha mandato a farci benedire, trovandoci invece il volo nelle date che ci interessavano. Cosa normale per un agenzia di viaggi direte voi…. può darsi vi rispondo io, ma quante agenzie di viaggi dispongono di una convezione con la compagnia aerea, per cui pagando più o meno 50 euro per assicurare il bagaglio, vi permette di portare il “sarcofago” con le tavole, senza dover più sborsare niente?! Penso molto poche…
Unico vero problema della lista di attesa é costituito dal fatto che nel periodo di massima affluenza turistica e cioé agosto, quello canonico delle nostre ferie estive, il prezzo del biglietto può orbitare dai 1200 euro per partenze intorno al 10 agosto, quando non si riesce a trovare un buco in classe economica, neanche aggrappati all’ala dell’aereo, ai 700/750 euro per le partenze dopo il 20. Tariffa quest’ultima di cui hanno usufruito Panda e Straccio che ci hanno raggiunto dopo una quindicina di giorni.
Per chiudere una nota di biasimo per la Tap, sulla cui puntualità nel volo di ritorno ci sarebbe da scrivere un’odissea…. quasi 30 ore per arrivare da Fortaleza a Milano, con sosta di nove ore nel “bellissimo” aereoporto di Lisbona, sono decisamente un po’ troppe… ma “disguidi” e ritardi, in Brasile devono essere all’ordine del giorno visto che anche al nostro amico Manu, che volava con Varig, hanno ritardato di 24 ore il volo causa overbooking a San Paolo. Ma non é finita qui…. Panda e Straccio di ritorno a metà settembre sono stati dirottati dalla Tap, da Lisbona a Ginevra per overbooking del volo per Milano. A parte il tempo perso, le valigie ed il “sarcofago” con le tavole sono andati persi in quest’ultima tratta… e sono state ritrovate con il sarcofago pressoché distrutto, qualche giorno dopo!
Quindi meditate bene se conviene portarsi la tavola o affittarla in loco (trovate i costi del rent nella pagine seguenti…)

Dove dormire: bimbi miei, a Jericoacoara, di pousade ce ne sono una caterva, basta digitare sul computer (magari dopo averlo acceso ed essersi connessi ad internet…) l’indirizzo www.Jericoacoara.com per trovare tutto quello che volete…
Se invece, siete un po’ restii agli “acquisti” a scatola chiusa via internet, segnatevi il numero di Franco del negozio Surfing Shop di Milano Marittima 0544.993045 fax 0544.993651 - info@surfingshop.it. Questo indirizzo l’ho trovato su Surfers italiano di maggio nell’articolo di Matteo Muraro su Jeri: conoscendo Matteo, mi sono fidato e…
Non posso altro che confermare che Franco é stato un pozzo di informazioni utili per il viaggio a cominciare dal numero telefonico di Marina… che non é una brasiliana, ma é la ragazza dell’agenzia Ramilli che ci ha “accudito” come dei bambini per i nostri voli.
Franco gestisce dall’Italia, insieme a Marco, che ormai si é “accasato” con moglie da più di cinque anni a Jericoacoara, la pousada Isabel, a gestione familiare grazie anche a Micheli, la ragazza che é un po’ la tutto fare della pousada e che vi accoglie come amici di lunga data. L’Isabel “hotel” con nove camere dignitose con bagno, tv, frigo e aria condizionata, é sicuramente la sistemazione ideale per i surfisti, (se non volete fare come il tipo nella foto in alto a sinistra) visto la sua posizione a venti metri dallo spot e la possibilità di lasciare montate le vela (anzi la vela… ma ve ne parlo dopo) nel grande rimessaggio nel giardino della pousada. Per chi non vuole viaggiare con il “sarcofago” appresso… c’é anche la possibilità di affittare tavole e vele (Drops, RRD e Simmer abbastanza recenti) da Loru che gestisce il rimessaggio.
I costi all’Isabel variano dai 12 ai 15 euro a capoccia per la camera, l’eventuale rimessaggio e la prima, pantagruelica, colazione a base di frutta, omelette con prosciutto e formaggio, banane fritte più le famose torte di Micheli.
Nei prossimi mesi sia Marco che Franco, visto che i lavori sono a buon punto, inaugureranno le loro nuove pousade a Jeri: grandissima e addirittura lussuosa quella di Franco, funzionale e pratica quella di Marco, e quindi… tenetevi stretto l’indirizzo.
Un altro italiano a cui appoggiarsi per il soggiorno é Alberto,(www.pousadacaju.com.br) diventato brasiliano a tutti gli effetti, dato che vive ormai da più di dieci anni a Jericoacoara. Anche lui possiede una pousada accogliente e un ristorantino nella via principale, proprio davanti al Planet Jeri, il locale più cool del posto.

L’arrivo a Jericoacoara: siamo partiti il 12 agosto, con i nostri sarcofaghi pieni di tavole e vele, da Milano Malpensa e via Lisbona abbiamo raggiunto Fortaleza… il caldo bestiale, che avevamo lasciato in Italia, é diventato subito un lontano ricordo, nonostante ci trovassimo praticamente a cavallo dell’equatore, grazie al vento bello “gagliardo”, che ci ha accolto alle 8 di sera quando abbiamo messo finalmente piede in terra brasilera.
Dopo aver dormito all’hotel Ibis presso Ipanema beach (facilmente prenotabile via internet al sito www.ibishotel.com o www.accorhotels.com) nell’attesa del “carro” per la trasferta di 4 ore alla volta di Jeri, abbiamo velocemente svolto le operazioni di cambio, grazie all’intervento di Marco, il nostro referente in loco, che ci ha portato al miglior cambio possibile. Nonostante su consiglio di Max avessimo cambiato gli euro in dollari, cosa da non fare, perché ormai la nostra moneta non solo vale di più (in quel momento 1 euro= 3.10 real), ma é anche forse più bene accetta…. ci siamo ritrovati in mano un sacco di real!
La doppia commissione pagata non ha comunque tarpato le ali al nostro “specialista” del Brasile, ancora entusiasta… non fosse altro perché ha vissuto qui per diverso tempo in gioventù e perché erano ormai quasi cinque anni che ce lo menava con questo surf trip a Jeri.
Strada facendo Nabor, chiamato da Marco, (www.ventosturismo.com.br - nabor@ventosturismo.com.br) che con capiente pick up 4×4, nuovo di trinca, della moglie, (chissà come sarà stata contenta, visto il tipo di viaggio ed i nostri immensi “sarcofaghi”!) si é occupato del nostro trasferimento, ci ha illustrato gli scenari che andavamo via, via attraversando, proponendoci anche un mini tour di due/tre giorni a bordo della sua Land Rover passo lungo, alla scoperta dei migliori spot da windsurf da Fortaleza a Jericoacoara e tra parentesi pare che ce ne siamo un bella riga…
L’arrivo a Jeri, via dune, perché c’era l’alta marea che impediva il tragitto lungo la spiaggia, con il tramonto sul mare, é stato veramente un’emozione forte… che cosa ci aspettava nel paese che visto dall’alto della duna, sembra il tipico villaggio vietcong, nascosto tra le palme, del film Platoon?! Tanto per cominciare, quando con l’oscurità, arriviamo finalmente davanti alla nostra pousada, quello che colpisce é la grandezza dei miliardi di stelle che sembrano vicinissime, quasi a portata di mano…. un cielo così con le stelle cadenti ogni 5 minuti vale da solo tutta la strada che abbiamo fatto!
Preso possesso delle nostre camere, cadiamo in un sonno ristoratore, disturbato soltanto da alcune “voraci” zanzare… Micheli provvederà in seguito a risolvere, una volta per tutte la questione, dandoci alcune zanzariere da mettere sopra il letto!

MA DOVE SIAMO FINITI?!: con la luce del giorno, e con la pancia piena grazie alla super colazione, Jericoacoara ci é apparsa in tutta la sua bellezza…. un paesello costruito sulla sabbia, adagiato tra le dune ed immerso in una vegetazione tropicale.
Un paesello che, a seconda delle stagioni, moltiplica all’infinito i suoi “abitanti” e dove vivono, in perfetta simbiosi, diverse “colonie” di persone… c’é quella dei locals, che alla faccia dei problemi e della evidente povertà, vivono sempre con il sorriso sulle labbra (forse perché il turismo assicura un minino di ricchezza per tutti), poi c’é la colonia degli hyppies che sono i veri scopritori di questo angolo di paradiso, e per finire ecco la colonia dei surfisti e dei “festaioli” che a volte si fondono insieme e si possono trovare di giorno in acqua a surfare e di notte, tardi molto tardi, a ballare il Forrò, la danza locale più in voga.
All’inizio vedere tutte le strade di sabbia su cui si aggirano solo i locali con i dune buggies fa un po’ impressione, ma poi… volete mettere che sensazione di libertà dà il camminare a piedi nudi, in costume, alla scoperta dei negozietti e dei tanti ristorantini che alla sera propongono di tutto: dal pesce all’aragosta, dal pollo grellado alla picanha argentina, dal sushi alla pizza napoletana…
Jericococara é tutta una contraddizione… potete trovare il mercatino illuminato dalle luce delle candele e a fianco, a non più di due metri, un altro market con il computer per leggere i codici a barre. Potete imbattervi negli asini o nelle mucche che pascolano libere per il paese come se fossimo in India e poi recarvi al punto internet per chattare in rete. Tanto per capirci e tanto per darvi un’idea… qui la luce elettrica é arrivata nel 96, ma la gente locale si é subito adeguata alla modernità… gli asini fino a poco tempo fa utilizzati per spostarsi, sono ora liberi di pascolare nelle lunghe distese d’erba tra una duna e l’altra, sostituite dalle jeep e dai dune buggies per i più ricchi o dalla “carretera”, la corriera 4×4 per i più poveri che si devono recare a Jijoca, la cittadina vicina (18 km = un’ora e mezza di “safari” tra le dune) decisamente più attrezzata.
A proposito di locals…… gente così disponibile e cordiale, non ne ho mai incontrato da nessuna parte. Si, anche qui magari c’é il “capetto” che vi ricorda quali sono le precedenze in acqua, ma dimenticatevi tutti i racconti sulla malavita brasiliana… Jericoacoara, da questo punto di vista, é ancora un’oasi felice.

WINDSURF: beh finalmente ci siamo arrivati… quasi 22 giorni con la 4.7 bastano per darvi un’idea?!
E pensare che quando siamo arrivati, abbiamo montato la 5.3 e siamo usciti nello spot principale, osannato da tutti i giornali di windsurf, rimanendo profondamente delusi! Sarà mai possibile fare miliardi di chilometri e trovarsi ad uscire in un spot con un’onda non più alta di un metro e con un vento che, nella zona dei frangenti, dire rafficato é fargli un complimento? Nah… ma dove azz ci hai portato Max?! L’acqua é caldissima, fuori il vento é bello forte… ma porca miseria, sembra di essere a Noli, mura inverse! D’estate infatti il vento é fortissimo e lo swell piccolissimo… con un’onda adeguata, probabilmente quella dei mesi invernali, si potrebbe surfare front side per dei chilometri visto che il vento arriva quasi perfettamente side off, sparandosi venti/trenta bottom, ma in queste condizioni, massimo tre o quattro bottom, fino a che non si finisce nel “cono d’ombra” della duna ed il vento sparisce. Con le nostre tavole wave sotto i 75 litri diventa tutto più difficile, anche saltare… solo i 4 ragazzini locali, leggerissimi e fortissimi, riescono a prendere la velocità adeguata per arrivare sulle onde belli veloci e tirarsi salti di tutti i tipi, dal forward al back, dallo spock al ponch. Per darvi l’idea del livello dei “bambini” vi basti il commento di Silvia, “addetta” alle foto in questo surf viaggio… “ma sarà mai possibile che per fare una foto decente a voi ci vogliono almeno tre ore e per farne una ventina ai ragazzini, con manovre che voi non sapete neanche cosa sono, bastano, si e no, cinque minuti?!”
Mizzeca però, tanta strada e l’impressione era quella di essere “caduti” in uno spot da freestyle! Al secondo giorno, tornato a riva, ho telefonato al Panda che ci avrebbe raggiunto dopo qualche tempo, dicendogli di portare al posto della tavola piccola, il Goya FreeWave da 85 litri perché marcava male…
Ed invece, il terzo giorno, é arrivata “l’illuminazione divina” che ci ha fatto trasformare una vacanza, surfisticamente parlando, poco più che normale in una indimenticabile! 500 metri, non di più… sopravento allo spot principale c’é la Malhada… due (se si é capaci) o tre, quattro, cinque (se non si é capaci… vero max?!) bordi di bolina e la spiaggia dei surfisti da onda (anche se in estate fare surf da onda é un’utopia a causa del vento fortissimo) vi apparirà come un miraggio per waver nostrani! Condizioni on shore con il vento teso e regolare come quando entra da noi il libeccio. Le onde non sono così distruttive, ma il divertimento é assicurato grazie allo swell di marea… si salta e si surfa tranquilli, senza i soliti problemi di sovraffollamento dello spot, ma soprattutto si esce per venti giorni sempre con la 4.7 e con i nostri 74 litri che sono diventati all’improvviso le migliori tavole che potessimo avere sotto i piedi. Zero rischi, seri, anche per i meno abituati alle onde….. l’unica attenzione va posta con l’alta marea perché la lunga e larghissima spiaggia, sparisce lasciando libero soltanto una quindicina di metri di sabbia dove poter approdare senza finire sullo scalino di roccia, che con la bassa marea, rimane un centinaio di metri all’asciutto sulla spiaggia.
Se non siete fanatici delle onde però potete tranquillamente continuare a surfare nello spot principale che, se il vento diventa da 4.0 é in grado di regalare le sue “giuste” emozioni… e poi così lasciate a noi la possibilità di dividerci in 4 o 5 al massimo lo spot sopravento! Gli ultimi giorni, quando buona parte degli italiani presenti si é avviata verso casa, ci siamo ritrovati solo in tre in acqua: max, il panda ed io a dividerci da bravi fratelli le onde della Malhada…… e dove lo trovate un posto così?!
Per chi ha voglia di viaggiare accompagnato dal “sarcofago” il consiglio per i mesi estivi é di limitare molto l’attrezzatura: una tavola wave 75/85 litri, 4.7 e 5.3 per i pesanti, 4.2 e 4.7 per i leggeri ed una buona dose di ricambi che sono l’unica cosa difficile da reperire. D’estate non portatevi il surf da onda perché non serve praticamente a nulla, c’é troppo vento!
Per chi vuol viaggiare senza rotture di balle, c’é la possibilità di affittare tavole e vele abbastanza recenti presso diversi centri più o meno attrezzati, il Club del Ventos e il rimessaggio della posuada Isabel gestito da Louro mi sono sembrati i migliori. Occhio ai prezzi intorno ai 30 dollari al giorno e alle spese di riparazione del materiale eventualmente danneggiato…. potreste comprarci un rig nuovo con quello che vi chiedono per la rottura di albero!

PERICOLI: un’idea di Jeri, abbastanza chiara e limpida, ho cominciato a farmela due giorni dopo il nostro arrivo quando, sbagliando una strambata (!) al largo, ho avuto uno spiacevole incontro, con tanto di abbraccio particolare, con una medusa del posto che ha ben poco a vedere con le sue sorelle nostrane… al posto del bruciore, la sensazione di rimanere paralizzati ed un dolore bestiale che non mi permetteva neanche di ripartire dall’acqua! Mentre cercavo di farmi spingere dalla corrente verso riva, con il dolore che aumentava ed in testa i poco piacevoli racconti degli incontri nefasti con le meduse australiane, ho avuto la visione su Jeri… un vero paradiso terrestre dove, però, non farsi male seriamente se no, siete del gatto! Ve la faccio breve, dopo essere stato cosparso dalla nostra amica Micheli, di uovo sbattuto, prima semplice e poi shakerato con il tabacco, sono stato, per fortuna, preso sotto le ali protettrici del dottore locale, prontamente accorso, che mi ha praticato una bella endovena di… boh, probabilmente un cocktail di antistaminico, antifiammatorio e antidolorifico. Una vera bomba… so solo che per i 10 giorni successivi, tutti i dolori che mi assillano da tempo, compresa la pubalgia, sono scomparsi come d’incanto e ho potuto rivestire di nuovo il ruolo di Pelé bianco, giocando a pallone sulla spiaggia!
Beh allora…. dai… la tua visione di Jeri é un po’ catastrofica potreste dirmi… si, lo pensavo anch’io, me le sono cavato con poco, l’intervento del dottore é stato tempestivo… fino a che non abbiamo dovuto assistere, alla tragica scomparsa di un surfista trenquattrenne di Rio, che si é spaccato la testa con l’albero, facendo un salto. Prontamente tirato a riva da un gruppo di windsurfisti presenti, che gli hanno anche praticato massaggio cardiaco e respirazione a bocca a bocca per una buona mezz’ora, il ragazzo é purtroppo spirato mentre lo spostavano con la jeep a Jijoca, per poi cercare di raggiungere Fortaleza a quattro ore di macchina…
A parte una flebo di fisiologica il presidio sanitario locale non ha potuto fare altro e nessuno si é preso la responsabilità di chiamare un elicottero di soccorso, che costa, soprattutto per i brasiliani, un vero occhio della testa. Ragione per cui gli amici dello sfortunato surfista, nei giorni successivi hanno fatto una raccolta di firme per dotare Jericoacoara di un presidio ospedaliero un po’ più attrezzato.

COSA FARE DI GIORNO E DI NOTTE: beh, semplice dopo aver surfato tutto il giorno, a dormire alle 8! Ma allora non avete ancora capito niente del posto… a parte che é inutile e soprattutto dannoso per le mani, stare 6 ore in acqua come abbiamo fatto noi all’inizio, cercate di entrare il più presto possibile nello spirito del posto… siamo in Brasile o no?! E allora ragazzi rilassatevi… eccovi la giornata tipo di Jeri!
Il vento c’é tutti i giorni, sempre forte e quindi… sveglia alle 10, mezz’ora di colazione visto anche tutto quello che c’é da mangiare, giretto per il paese alla ricerca di rifornimenti di bevande per il frigo della camera (ottima la birra Sammer consumata, ghiacciata sulle amache dell’Isabel), “cazzeggio” o partitina a calcio in spiaggia fino più o meno all’una, quando il vento si stende più forte e via, windsurf fino alle quattro. Poi piano, piano, il ritorno a riva, che può essere anche abbastanza faticoso, a seconda delle maree, perché manca il vento negli ultimi 200 metri… spuntino in uno dei barretti sulla spiaggia magari con agua de coco ghiacciata e gamberoni e poi, senza stress, vele nel rimessaggio prima che faccia buio…
Se portare la vela nel rimessaggio che dista venti metri dalla spiaggia, vi sembra una cosa faticosa ed anche un po’ fastidiosa, beh…. vuol dire che sieta entrati nel clima di Jericoacoara!
Ma anche come bradipi, messo via tutto, bisogna essere pronti alle 17.30 per salire sulla duna a vedere tramontare il sole. E’ uno spettacolo imperdibile vederlo scomparire del tutto nel mare e, quasi fosse un segnale, a quel punto tutti quelli che sono sulla duna si buttano giù a capofitto, chi facendo salti mortali per cento metri (i locali), chi correndo, chi rotolando, chi scendendo con i sand board che si affittano in paese… cinquanta, cento persone che tutte le sere,, senza mettersi d’accordo, si danno appuntamento sulla duna per poi lanciarsi in una discesa mozzafiato, che finisce con un impanamento di sabbia degno di una frittura di pesce e relativo bagno “pulitore”… manco a dirlo non siamo mancati una sera a questa specie di rito!
Mentre a piedi, lungo la spiaggia, si ritorna alla pousada non ci si può non fermare a vedere la capoeira, un ballo, o meglio quasi un esibizione di arti marziali… i locali al suono dei tamburi e canti, danno vita sulla spiaggia ad una danza tutta basata su affondi e difese utilizzando le gambe come dei mulinelli… non si colpiscono mai anche perché la volta che si beccano mi sa che si fanno male parecchio!
Si può anche farsi insegnare questa danza, dato che abbiamo visto un sacco di ragazze italiane impegnate sotto l’occhio vigile dell’istruttore di turno, alla mattina in spiaggia, a cercare di imparare le movenze…
A questo punto saranno si e no le sei, sei e mezza ed il buio, dato che siamo all’equatore, é già sceso… una birra fresca sull’amaca, un riposino in camera magari guardando qualche programma delle TV brasiliane, che propongono di tutto… dalle messe cantate a scherzi a parte… tra l’altro abbastanza pesanti, fatti dai conduttori ad ignari passanti.
L’appuntamento é alle otto e mezza, nove per andare a mangiare ed in questo caso chi più ne ha, più ne metta. Ci sono una caterva di ristorantini per tutti i gusti e per tutte le tasche, e dato che li abbiamo “testati” quasi tutti possiamo farvi anche la classifica…. al proposito mi preme sottolinearvi che noi di Wind News siamo veramente troppo bravi con voi lettori… ma dove li trovate dei reporter che mangiano a quattro ganascie ed ingrassano per voi?!
Allora tenuto conto che i ristoranti, essendo Jeri un paesetto molto piccolo, ve li troverete da soli, girando a piedi, eccovi la superclassificashow…. Sabor de terra (menù di pesce, carne o pollo) si é guadagnato un 9 per la quantità, un 7 per la qualità ed un altro 9 per il prezzo (5/6 euro a cranio). Se riuscite a mangiare tutto quello che vi portano assieme al piatto da voi scelto, fatecelo sapere che vi iscriviamo nel guiness dei primati… noi abbiamo dovuto dare forfait!
Se vi piace il pesce crudo, sushi e similari, le Lanterne Rosse si guadagnano un 7 per la quantità, un 8 per la qualità ed un 5 per il prezzo che sale a 10/15 euro a cranio. “Todanabrasa” specialità picanha argentina e carne alla brace prende un bel 8 per la qualità, un 11 per la cameriera ed un 7 per il prezzo sotto i 10 euro a cranio. La palma del più caro di tutti va al Leonardo Da Vinci, ma si mangia veramente bene e, se avete nostalgia dell’Italia, (fissati!) vi sembrerà di essere a casa… un 10 + per le belle cameriere che purtroppo capiscono fin troppo bene l’italiano… evitate commenti audaci, vero Luca e Max?!
Poi potete andare da Espacio Aberto che fa dei camarao nao abacaxi (gamberi in salsetta rosa dentro all’ananas) strepitosi oppure optare per una pizza, buona come in Italia da Pizza Reggae (già il nome é un programma) o da Alberto, l’italiano, che ha il locale proprio davanti al Planeta Jeri.
Ma di ristorantini ce ne sono una riga da scoprire e tanto per darvi la solita idea… in qualcuno é possibile pagare con la carta di credito in qualche altro non c’é neanche la luce elettrica!
Finito di mangiare, come minino alle 11, visti i tempi estremamente rilassati dei ristoratori, puntatina a mangiare un trufa, dolcetto tipico rivestito di cioccolato con ripieno di menta, limao, fragola, cocco… nella piccola pasticeria davanti all’unico negozio che tiene qualche ricambio da windsurf nella via principale e poi caipirinha, capiroka, tangiroka (una granita alcolica) al Planeta Jeri, punto di incontro serale di tutta la “fauna”. Davanti al locale, nella via principale del paese, ruota tutta la vita serale di Jeri… ci sono gli hyppies che ballano e vendono le loro collane, ci sono i carettini ambulanti che vendono alcolici o preparano spiedini di pollo alla brace, nei week-end c’é anche una sorta di mercatino… insomma un bel casino assicurato. Il costo delle bevande alcoliche, intorno ad un euro, meno ancora se prese dai carettini ambulanti che affollano la via principale… permette di arrivare a tarda notte belli carichi! Intorno all’una, tutti (o chi ancora ce la fa, vero smink?) a ballare il Forrò al Forrò, la danza che dà anche il nome al locale oppure reggae al Mama Africa oppure ancora… puntatina a vedere le stelle cadenti sdraiati sulla sommità della duna… penco che non ci scorderemo tanto presto la bellezza di quel cielo pieno di stelle! Il divertimento é assicurato per tutti, ma proprio tutti, tutti… una sera alla mia domanda se fosse la festa del patrono di Jericoacoara, visto i fuochi artificiali, mi é stato risposto molto semplicemente che facevano festa perché era arrivata la mariuana buona… paese che vai, usanza che trovi!

cosa c’é da vedere: a parte i ragazzini locali che in acqua sparano una manovra dietro l’altra?! Beh, si può andare a vedere Pedra Forada a piedi o a dorso di cavallo e poi almeno una gita con il dune buggies (…senza aspettare un giorno senza vento perché é difficile beccarlo e perché se non c’é vento é facile che piova!) a vedere Laguna Blu e Laguna Paradiso vale la pena farcela.I ragazzi che guidano i dune buggies vi faranno passare una giornata indimenticabile su e giù dalle dune, con una puntatina a Jijoca oppure scorazzando lungo le più belle spiaggie della zona.
E’ vero non c’é tantissimo da vedere, ma ragazzi, abbiamo incontrato un sacco di gente, anche non surfista, che giunta a Jericoacoara per una puntata di qualche giorno, ha prolungato la permanenza in questo angolo di paradiso…

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