Puzziteddu 07

puzziteddu 07Testi  © smink - photo © Domenico annibale

Ho visto cose che voi umani non potreste immaginare…
onde lunghe e liscie con surfisti quarantenni da combattimento,
impegnati a surfarle al largo dei bastioni di Puzziteddu.
Ed ho visto le giovani promesse siciliane balenare nella
baia vicino alle porte di Kartibubbo.
E tutti tornare a riva con un sorriso e con la convinzione che
il ricordo di questo posto non andrà perduto nel tempo.
E’ tempo di surfare le onde italiane…

Noli 24 dicembre 2006: cosa ci può essere di meglio che festeggiare l’imminente Natale con una bicchierata ed una fetta di panettone in spiaggia, ancora con la muta addosso, dopo un’uscita con la tramontana nel nostro famigerato home spot?
Nulla… e dopo gli auguri di rito ci sono scappate le solite quattro chiacchiere post surfata, “alimentate” dalla temperatura ancora mite di questo strano inverno. In questo frangente è venuta fuori la consueta domanda: “che fate per capodanno?”
E noi pronti “… andiamo in Sicilia con il camper: Partiamo il 26 sera da Genova con il traghetto delle Grandi Navi Veloci e il 27 alle 18 siamo a Palermo. Poi da lì andiamo alla ricerca del vento e delle onde a zonzo per l’isola… mi hanno parlato benissimo di uno spot, Puzziteddu, che lavora alla grande con una bella riga di venti…”
“In Sicilia?! Ma siete matti… siete sicuri di riportare indietro il camper? Vi ruberanno tutto come minimo: meglio non andarci in quei posti lì…”.
Lì per lì sono rimasto interdetto: mi è venuto addirittura il dubbio di aver detto che andavo a surfare in Irak… poi, preso atto che la penso in maniera radicalmente diversa e che ognuno è libero di dire e pensare tutte le c… ose che vuole e di rimanersene a casina propria, il giorno dopo Natale ci siamo imbarcati a Genova, felici e speranzosi della nostra scelta, alla volta della Sicilia.
Al proposito non posso che elogiare la puntualità ed il lusso delle Grandi Navi Veloci… quasi delle navi da crociera che è impensabile paragonare alla “carrette” che ci avevano portato in Sardegna in occasione dei nostri primi viaggi surfistici, un bel po’ di anni fa. Unici appunti che si possono muovere alla compagnia che gestisce questi traghetti riguardano i prezzi non proprio modici (924 euro  A/R per camper e 3 persone) e gli orari un po’ troppo rigidi dei vari self service o ristoranti che potrebbero tenere aperto qualche ora in più.
Persi per problemi legati al lavoro, Panda e Betta, l’equipaggio del camper ridotto a Smink, Silvia e Straccio è sbarcato, puntualissimo, alle 18, a Palermo e si è subito “perso” in questa città, vittima di un traffico veramente caotico come in tutte le grandi metropoli. Se ci arrivate per la prima volta e, soprattutto, se siete alla guida di un “grosso” camper, avrete le vostre belle gatte da pelare, ma dimenticatevi il “catastrofismo” di alcuni servizi dei nostri telegiornali che alla luce dei fatti, ci sono apparsi poco veritieri: casino ce n’è, non c’è dubbio, ma tutto sommato la maggioranza degli automobilisti e motociclisti sono abbastanza attenti alle regole, anche in fatto di cinture e caschi.
Con grande piacere abbiamo, sin da subito, riscontrato quanto siano ospitali i siciliani: se vi fermate a chiedere informazioni, tutti, ma proprio tutti, si fanno in quattro per cercare di indicarvi la strada migliore per raggiungere la vostra meta. Che nel nostro caso era il punto di sosta attrezzato “Idea Vacanze” (situato in via Imperatore Federico 116 - tel. 091 542555) che consigliamo a tutti i camperisti che non vogliono attraversare Palermo di notte, appena scesi dal traghetto. Al proposito se siete camperisti vi consiglio la Guida della Sicilia delle edizioni Vivi Camper (tel. 010 6450173), consiglio neanche troppo disinteressato dato che ultimamente queste guide, utili come le Lonely Planet e disponibili per ogni regione italiana, le stampiamo nella ditta di famiglia…)
Il 28 mattina con un bel sole ed una temperatura sui 16/17 gradi, simile a quella lasciata a Genova il giorno prima, la nostra prima idea è stata quella di allontanarci dal centro e fare tappa a Mondello, dove tra l’altro avremmo avuto la possibilità di avere qualche info in più su previsioni e spots, visto che proprio sulla spiaggia vi è la sede del famoso circolo Albaria. Mondello è una piccola perla, culla della nobiltà palermitana, che vale la pena visitare anche se dal punto di vista windsurf, scordatevi onde e vento forte. Qui la fanno da padrone i venti estivi e le perturbazione invernali anche “sostanziose” sono contraddistinte da venti abbastanza rafficati e condizioni non proprio hawaiiane. Certo è che la spiaggia ed il clima qui sono una vera “sciccheria”… capisco finalmente come mai i vari telegiornali facciano sempre vedere Mondello quando parlano del tempo metereologico: basta mettersi a riparo dall’arietta e si può tranquillamente prendere il sole in costume anche a dicembre. Nel pomeriggio, dopo una lunga seduta “abbronzante”, visto anche che le previsioni continuavano a dare alta pressione fino al primo dell’anno, abbiamo deciso di raggiungere Cefalù, dove vive la nostra amica svedese Suzanne, conosciuta la scorsa estate in Marocco, in occasione del trip a Sidi Kaouki. Lasciato il camper nel comodo parcheggio a pagamento proprio a fianco della stazione ferroviaria, ci siamo addentrati a piedi nel bellissimo centro storico di Cefalù: d’estate raccontano che sia una continua “movida” nelle calde serate, ma anche il 28 dicembre non ci si poteva lamentare: un fiume di gente andava su e giù per le stradine pieni di negozi e ristorantini. Dalla Rocca, che richiede un po’ di fatica per essere raggiunta, ci si può fare un’idea precisa di come si sia sviluppata questa cittadina e al ritorno potrete tranquillamente “rifocillarvi” con un tipico cannolo in una delle tante pasticcerie, che troverete lungo le strade che portano al Duomo risalente al XIII secolo. Messa al bando la cultura ed in attesa dell’arrivo di Suzanne, di ritorno con l’aereo in tarda serata dalla visita alla famiglia a Stoccolma, fatta una lauta cena in un ristorante tipico, il team di WN o quello che ne rimaneva al momento, se ne è andato a nanna nell’accogliente camper.
La mattina del 29 la temperatura era tale che, indossati t-shirt e bermuda, ci siamo mossi alla volta della palestra gestita dalla nostra amica svedese, che ci ha accolto alla vista del nostro abbigliamento estivo, con un… “ma dove vi credete di essere…. in Sicilia?!”
Dopo i saluti, un buon pranzo abbondantemente innaffiato di birra, insieme al simpaticissimo Sthephan, fidanzato della nostra amica, eravamo davanti, come direbbe il buon Enrico Ruggeri, ad un… bivio! Rimanere in zona fino al 2 gennaio quando il maestrale avrebbe fatto la sua comparsa nel sud/ovest dell’isola o spostarci direttamente a Puzziteddu? Dopo due giorni di sosta in aree dove l’asfalto ed il cemento la facevano da padrone, sia io che Strassu, avevamo bisogno di quello che eravamo venuti a cercare in Sicilia… un posto ancora selvaggio, dove la mattina, aprendo la finestra, il sole ed il mare “entrassero” nel camper!
Detto fatto… Silvia avrebbe preferito passare capodanno con Suzanne, ma dopo tre giorni di cippa, ha dovuto soccombere e nel pomeriggio abbiamo così  preso l’autostrada alla volta di Campobello di Mazara. E qui vorrei aprire un capitolo: abbiamo speso poco più di un (1) euro di pedaggio per fare quasi il doppio dei km, intorno ai 100, che ci sono da Savona al confine con la Francia, chilometri che i gestori della nostra CARA autostrada Genova/Ventimiglia… ci fanno pagare, con il camper, più di 14 euro!
Puzziteddu si trova sulla costa sud occidentale siciliana, raggiungibile in un’ora dal porto di Palermo, prendendo la A29 in direzione Mazara del Vallo, uscendo a Campobello di Mazara e proseguendo per Torretta–Granitola. Dall’uscita di Campobello alla località di Kartibubbo, dove si trova lo spot di Puzziteddu, ci sono pochi chilometri, si prende in direzione Tre Fontane, soprannominato da Silvia “il paese fantasma” e ci sono due possibilità: o attraversate Tre Fontane ed una volta raggiunta la spiaggia andate a sinistra lungo lo sterrato che costeggia il mare o poco prima di entrare in paese, troverete sulla destra una deviazione con indicazione per Mazara del Vallo e Capo Granitola. Presa la deviazione, dopo un paio di chilometri, sulla sinistra, c’è una strada indicata con il cartello del Villaggio Kartibubbo.
Svoltate e alla fine della strada asfaltata completamente dritta, troverete davanti a voi, un sterrato che porta al mare, imboccatelo e siete arrivati. Puzziteddu è davanti a voi!
Nel buio più totale, un po’ spauriti, abbiamo intravisto una luce della casa sede del centro windsurf Puzziteddu e due o tre camper parcheggiati nell’ampio spazio a fianco al centro o lungo la strada. Ci siamo sistemati in prima fila, vista mare e già dalla prima sera è scattato il barbecue visto che la temperatura ci permetteva di stare in felpetta a cucinare all’aperto.  Fine dicembre e felpetta alla sera… che spettacolo! E lo spettacolo  si è prontamente ripetuto il mattino seguente quando, scostata la tendina della finestra “vista mare”, siamo stati abbagliati dal sole che si specchiava in un mare liscio come l’olio. Il tutto condito da una temperatura ideale per una colazione in t-shirt, bermuda e ciabatte.
Da qui in poi, necessariamente la nostra storia accelera… potrei raccontarvi di un paio di giorni di tutto relax, con  un sole da primavera inoltrata ed un mare che ci ha permesso di pescare con la muta un paio di polipi e di fare l’ultimo bagno dell’anno in costume. Potrei narrarvi del barbecue di capodanno e delle conoscenze fatte in loco o parlarvi della simpatia di Thomas che gestisce il centro surf Puzziteddu e dei ragazzi locali che orbitano attorno ad esso. Potrei dirvi ancora del fascino che questi posti, ancora selvaggi e solitari soprattutto in inverno, suscitano.  Potrei persino svelare il mistero della citta fantasma di Tre Fontane, costruita in pratica sulla spiaggia, attraversata per diversi km dalla litoranea, una cittadina ordinatissima con i cassonetti della spazzatura ogni 50 metri e illuminata, durante la notte, come un albero di natale dai tantissimi lampioni, ma priva di qualsiasi segno di vita…
Ma dopo tutto cos’è che veramente ci interessa? Quali sono le cose realmente serie per un giornale di windsurf?
Eh si, ci siamo: è finalmente arrivato il momento di parlare delle condizioni che ci ha offerto questo spot. Anche se penso che le foto che accompagnano questo reportage parlino da sole, vi dirò che le gradite sorprese non sono mancate.
Per la presentazione dell spot ho attinto a piene mani dal sito www.puzziteddu.it che vi invito a visitare anche perchè vi trovate un’animazione che mostra le varie condizioni cliccando direttamente sulla rosa dei venti. In pratica è una grande baia  con un fondale composto soprattutto da sabbia ed un paio di secche di roccia. Lo spot lavora al meglio con i venti di Ponente (W) e Maestrale (NW), quest’ultimo genera condizioni stellari, onda lunga, liscia e portante ottima sia per saltare che per surfare front-side, mura a destra. Il Libeccio (SW) side-on, alza un onda alta un albero per radicali soltanto.  Con il Levante (E) e lo Scirocco (SE) è meglio spostarsi 300 metri sotto vento nel golfo di Kartibubbo dove il vento side-off pulisce e allunga le onde, mure a sinistra. I migliori periodi dell’anno per vento e onda sono autunno, inverno e primavera con onde fino a 4 metri e vele da 4.0 a 5.3. D’estate le condizioni sono più freestyle, freeride con un termico da 5.7/6.3 e qualche sparata da 5.0 /5.3. Quando le condizioni sono troppo impegnative a Puzziteddu, i meno radicali possono trovare le condizioni che preferiscono lungo i 15 km di costa sabbiosa da Capo Granitola a Tre Fontane.
Il 2 gennaio, come regolarmente preannunciato dal surfista bolognese che stazionava con il suo camper a Puzziteddu dal 18 dicembre, è entrato sin dal mattino, un ovest/nord ovest che in breve ha tirato su le onde e permesso di uscire con la 4,7 ed il wave. Il parcheggio si è riempito, sin dal mattino presto, di auto di locali accorsi da mezza Sicilia e dei camper di tanti surfisti del nord Italia, venuti a passare il capodanno in Sicilia. Con il passare delle ore le condizioni sono diventate degne delle nostre migliori uscite a La Coudeliere o a Carrò con il vantaggio, che qui gli spazi, permettono di surfare tranquilli senza mai darsi troppo fastidio con gli altri surfisti. E poi potete stare proprio davanti al centro di Thomas, dove il vento arriva leggermente più forte e spararvi salti e contro salti ogni bordo oppure spostarvi di un centinaio di metri sotto vento, sulla secca e sfruttare la conformazione della costa per surfarvi delle barre di un bel paio di metrozzi, lunghe, liscie e regolari. Unico neo (?) è che ogni surfata si fanno tanti di quei bottom e cut back che alla fine ti si staccano le braccia…
Era un po’ di tempo che non capitava di stare più di cinque ore in acqua consecutivamente, ma la bellezza delle condizioni ed il fatto di poter surfare con la muta a manica corta, vista la temperatura, ha alimentato il mio entusiasmo. Già alla fine del primo giorno di vento a Puzziteddu, tutti i surfisti accorsi in massa per godersi la mareggiata, potevano esibire un sorriso a 32 denti… naturalmente sto parlando di chi ce li ha ancora tutti!
Ma il meglio doveva ancora venire, durante la notte il mare si è ingrossato per la spinta del maestrale e per il 3 gennaio era prevista la rotazione del vento da nord. Condizioni strane… qualcuno diceva all’inizio, ma sarebbe invece stata una di quelle giornate mitiche, degna delle mie migliori uscite a Maui in occasione di  mareggiate estive. Sin dal primo mattino il vento ha preso la direzione giusta quasi perfettamente side/off rispetto alle onde, ma l’intensità non permetteva ancora di sorpassare i frangenti e raggiungere il largo. Dapprima il surfista bolognese (bello tosto in acqua… poche parole, tanti fatti!), subito risputato dal mare decisamente grosso e poi Thomas hanno tentato una sortita. Da riva tutti guardavano per capire se ce l’avrebbero fatta ad uscire ed una volta raggiunto il largo,  non si capiva bene se riuscissero a surfare le grandi onde che si formavano ad almeno 300/400 metri da riva. Per fare capire la condizioni vi farò un esempio… prendete uno spot con il vento da terra, tipo Voltri che molti surfisti del nord Italia conoscono bene: tutti sapete che è difficile imbroccare le vela giusta perchè sotto riva non c’è vento e poi al largo di solito ce n’è una cartella immane. Ora pensate che proprio nel punto dove cominciate a planare decisi, 200, 300 metri da riva arrivino delle onde di 3/4 metri che man mano che si avvicino a riva formano uno schiumone unico. All’inizio si può anche essere titubanti, ma è bastato che il vento rinforzasse un poco perchè riuscire a prendere il largo, diventasse un gioco da bambini (wavers)! E fuori… ci aspettava un parco giochi fantastico. Dapprima tutti insieme sulle onde, davanti al centro, ma animati da uno spirito diverso di quello incarognito che, ormai sempre più spesso,  mi capita di incontrare negli spots francesi che frequento abitualmente. Qui era tutto un… prego prima lei, tanto qui c’è trippa per tutti… e poi con l’aumentare dell’intensità del vento, il parco giochi si è ampliato a dismisura. All’estrema destra, guardando il mare, i giovani local, inanellavano surfate e rasoiate, manovre e saltoni  sulle onde grandi e potenti che si srotolavano regolari una dietro l’altra dal faro di Capo Granitola. Alla sinistra una bella riga di surfisti trentenni, ma con tantissime puntate nei famigerati anta, spakkavano il lip, provavano 360° nell’onda o molto più semplicemente se la godevano alla grande surfando in condizioni che di solito si sognano soltanto. Surfare front side con vele da 4.7 a 5.3, permettendosi di fare quasi delle lay down in bottom con onde di 3/4 metri lunghissime… ma quando mai ritroveremo delle condizioni così? E vi dirò di più… le foto non rendono merito alle condizioni, ma riguardandomi nel filmato realizzato da straccio, mi sono ritrovato a pensare “ma da quant’è che sto surfando quest’onda?”
Alla fine della giornata l’espressione che più rendeva l’idea della giornata è stata ad opera di un non tanto anonimo capo redattore che con il sorriso sulle labbra se n’è uscito con un “mi ride persino il buco del…. BIIIPPPP!”
Disfatti dalla fatica, ci siamo sparati l’ennesimo barbecue serale con i nostri amici svedesi, al riparo del muro di cinta di una delle tante case che il buon Thomas affitta in zona.
La temperatura era cambiata, rispetto ai giorni precedenti, più rigida, ma la stellata di quella notte limpidissima, mentre tornavamo al nostro camper,  me la ricorderò per un sacco di tempo.
Il 4 gennaio Eolo ha deciso di darci un po’ di requie e di soddisfare anche le esigenze surfistiche dei mie compagni di viaggio. Sulla secca a sinistra si formavano ancora delle belle barre e la giornata bellissima, con un sole caldo, invogliava a provare il surf da onda a tutti… ma proprio tutti! Silvia che da anni scende le onde con il body board si è cimentata in shorty con la tavola da onda… e ne ha pagato le conseguenze. Il remescio (rimescolamento per i non liguri) delle mareggiata dei giorni precedenti aveva fatto si che la temperatura dell’acqua fosse decisamente cambiata, in peggio, rispetto agli ultimi giorni dell’anno. Dopo tre quarti d’ora con lo shorty la mia cara mogliettina si è ritrovata bella candita dal freddo, tanto che le è rimasto il collo duro per una decina di giorni… avrà capito che il surf da onda non è uno sport come il windsurf, da donnicciole?!
Il 5 gennaio, giorno della nostra partenza per Genova, per fortuna in tarda serata, il vento ha voluto che ci venisse il magone… un’altra bella mazzata da 4.7/5.0 di ovest che ci ha permesso un’altra uscitona a quattro stelle, ma allo stesso tempo ci ha lasciato con l’amaro presagio, che per un po’ di condizioni così belle non ne avremmo più prese. Ad oggi, 25 gennaio, il presagio da amaro è diventato un vero e proprio incubo, tanto che a a parte un paio di uscite in surf da onda (per fortuna quella di ieri con onde serie) non abbiamo più avuto l’opportunità di “bagnare” la tavola da windsurf…
Ragazzi sono alle conclusioni: volevo ringraziare tutti i ragazzi siciliani che ci hanno regalato una splendida ospitalità…. a cominciare da Thomas, per finire con Domenico che, con le sue foto, ha reso possibile che questo fosse un reportage quasi serio. E poi volevo dire che, viste le condizioni e la bellezza di questa terra, appena posso ci ritorno per riprovare le emozioni di Puzziteddu, ma anche per testare tutti gli altri spots dell’isola…. arrivederci a presto Sicilia!

INDIRIZZI UTILI
Alloggi/centro rental surf: www.puzziteddu.it (thomas.corsodoro@libero.it oppure telefonare allo 333-3948499)
Surf shop: Sea Store Lungomare G. Hops 15 - Mazara del Vallo -  tel. 0923 933658 - www.seastore.it
Photo and tour: Domenico Annibale studio VideoKDue - cell 339 8484203 - www.Vk2.it - vk2@email.it - www.mazaratour.it - info@mazaratour.it

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