Flaka by roberto pompermaier

Flaka

Ciao a tutti, sono Roberto Pompermaier e abito a Torbole sul Garda. Come occupazione “studio” informatica, faccio gare di windsurf freestyle e d’estate insegno in una scuola di windsurf. Proprio per queste ultime due mie occupazioni mi sono ritrovato a scrivere queste lezioni di freestyle. Premettendo che il freestyle è veramente uno stile libero e quindi per ognuno diverso, nelle spiegazioni cercherò sempre di affiancare ai movimenti necessari per effettuare la manovra ciò che io personalmente penso e provo mentre surfo.
Come prima manovra ho scelto la flaca perchè la trovo molto armoniosa. Anche se all’inizio avevo rinunciato a provarla data la difficoltà dello stacco, una volta imparato il trucco, mi sono accorto che l’impresa non era impossibile.
Innanzitutto vi consiglio una tavola abbastanza reattiva come un freestyle-wave per facilitare l’ingresso in manovra. In un secondo momento, quando avrete capito come staccare la tavola dall’acqua, un freestyle puro vi aiuterà sicuramente per la slashata. Per ciò che riguarda la vela, come al solito una vela leggera e maneggevole aiuta sicuramente.
Ma ora iniziamo con la manovra. Il primo movimento per andare a ruotare una flaca è identico a quello di una strambata. Innanzitutto spostiamo leggermente le mani verso bugna, il che ci aiuta a mantenere la vela molto chiusa durante la poggiata. Dopo aver spostato le mani ci dirigiamo al lasco in modo tale da poter scegliere più comodamente l’onda sulla quale saltare. L’onda ideale è di 20-30 cm e con una schiena bella ripida. Una volta trovata la nostra onda andiamo a poggiarci violentemente sopra come se volessimo strambare. In pratica dobbiamo arrivare con la tavola completamente di poppa e con la cresta dell’onda sotto i nostri piedi (Foto 1). Non preoccupatevi è un gioco di sincronismo che diventa presto automatico. Bisogna comunque fare attenzione perché già qui si può commettere il primo errore. Nel caso in cui saltassimo senza aver portato la tavola di poppa ci ritroveremmo con il nostro corpo non centrale sulla tavola ma troppo inclinato sopra vento impedendoci di ruotare assieme alla tavola.
Adesso arriva il passaggio chiave. Braccia. Se abbiamo effettuato correttamente l’ingresso in manovra, ci ritroviamo con la tavola completamente di poppa e con la prua verso l’alto (Foto 1). Gia a questo punto dobbiamo spingere (buttare) l’albero a circa 45° sopra vento la prua. Se prima di poggiare abbiamo spostato le mani verso la bugna (ricordate?) e dunque il braccio davanti risultava piegato, adesso per portare l’albero in avanti dobbiamo distendere il braccio anteriore il più rapidamente possibile e bloccarlo di colpo(Foto 2). Se riusciamo a distendere e bloccare il braccio in questo modo inneschiamo la rotazione vera e propria.
Gambe. Le gambe, dopo essersi piegate per effettuare la “finta” strambata (ovvero solo la prima parte di una “vera” strambata) ora devono distendersi come se volessimo fare un salto (foto 1). Attenzione a non tirare mai la tavola verso l’alto con le gambe perché ciò ridurrebbe notevolmente l’altezza del nostro salto. Adesso abbiamo la tavola sollevata dall’acqua e siamo liberi di ruotare grazie al movimento delle braccia (Foto 2).
A questo punto, la maggior parte delle cadute che si possono effettuare provando la flaca vengono risolte piegando molto bene il braccio dietro in modo tale da mantenere il boma vicino al petto. Così facendo riusciamo ad infilare l’albero nel vento (Foto 2-3). Contemporaneamente pieghiamo anche la gamba dietro in modo tale che la tavola si impunti e usi la prua come perno di rotazione (Foto 3). Una volta che siamo riusciti a impruare ed effettuare parte della rotazione vera e propria andiamo a ridistendere il braccio e la gamba dietro per prepararci all’atterraggio (Foto 6). La gamba dietro viene distesa in modo tale che quando anche la poppa torna in acqua, abbiamo il corpo proiettato in avanti (Foto 6). Il braccio dietro lo distendiamo in modo tale che durante la slashata siamo già pronti a controllare il vento nella vela. Dato che siamo sottovento alla vela, nel caso ci trovassimo con troppo vento o troppo verticali dobbiamo piegare ulteriormente il braccio posteriore e fare sventare la vela. Nel caso contrario, in cui rischiassimo di cadere sopra la vela possiamo correggere l’errore spingendo leggermente con il braccio della vela ed aumentarne la spinta.
A questo punto arriva l’ultimo passaggio: fare passare la bugna sopravento (Foto 10-11). Come ogni altro passaggio di bugna sopra vento dobbiamo anticipare la vela portandoci con il peso nella direzione opposta alla quale la vela andrà a tirare una volta effettuato il cambio di mura.

Un aiuto fondamentale per chiudere con successo la flaca ci viene dato dalla testa: per tutta la manovra guardiamo nel senso di rotazione (nel caso della sequenza guardo verso sinistra perché ruoto in senso antiorario).
In ogni caso, quando vado a fare una flaca, sento già prima di staccare se verrà, se verrà bene o se mi schianterò. Questo perché lo stacco è veramente importante per chiudere bene questa manovra.
Le possibilità di farsi del male con questa manovra non sono elevate, ma bisogna comunque stare attenti alla caviglia e al ginocchio della gamba anteriore. In alcuni casi succede che la tavola inizi la rotazione ma rimanendo troppo arretrati con il corpo, il corpo stesso e la vela non ruotano assieme alla tavola. In questi casi se il piede davanti rimane nella strep c’è il rischio di prendersi uno stiramento alla gamba. Per fare si che i piedi escano dalle streps con facilità, possiamo tenere le streps stesse un po’ più larghe del normale e iniziare a sollevare le dita dei piedi per mantenerli all’interno delle streps.
Ma state pure tranquilli, non ho ancora sentito nessuno farsi male seriamente provando una flaca, al contrario sono tutti sempre soddisfattissimi quando riescono a chiuderla.
Inoltre una volta imparata la flaca possimo sfidarci con le sue varianti come la flaca ad una mano o come la flaca diablo, però questa ve la racconto un’altra volta.

scarica la manovra in formato pdf

 

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2 replies


  1. Ciao, può interessarvi un articoletto sulla corsica (algajola-giuncheddu) di questo luglio?
    Nel caso lo preparo e ve lo mando con qualche foto…
    ciao!!!
    Max


  2. Claro che si… aspettiamo il report a braccia aperte!

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