99 StyleWave 107 by Fed…

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Chi legge Wind News dagli albori si ricorderà sicuramente del primo (ed unico per molti anni) “reporter internazionale” del nostro giornaletto. A molti dei “vecchi” windsurfisti, penso manchi molto la vena scanzonata degli articoli del caro vecchio Massimo Federici in arte Fed. Cosicchè quando ci manda anche un breve articolino come sempre senza velleità surfistiche e con le solite foto inguardabili…. c’è la corsa a pubblicarlo! Questa volta ha fatto un test dei suoi… “voi ve la surfate sempre alla grande… io ci ho messo 3 mesi per fare 3 uscite decenti e provare la mia nuova 99!”
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99 StyleWave 107 by Fed. Nell’estate del 2009 incontrai un surfista buddista con il quale discutevo amabilmente di tutto un po’, in particolare si disquisiva di tavole bi-tri-quad-mono pinna, del marketing che plagia la mente del surfero, obbligandolo spesso a cambiare l’attrezzatura in base a fantomatiche “migliorie” che spesso sono solo banalissimi accorgimenti estetici. Un tipo molto strano, il buddista.
Parlava spesso per metafore, citava massime dalla dubbia provenienza, tipo “il passato remoto potrebbe diventare il futuro”.
Non ci ho badato più di tanto. Pensavo fosse sotto l’effetto di qualche sigaretta farcita con tabacco impoverito….. o in preda a visioni mistiche dovute alla troppa esposizione in luoghi ventosi.
Eh si, brutta bestia…. il marketing. Alzi la mano chi almeno una volta non è caduto in tentazione di cambiare vele o tavole solo per avere il “modello nuovo”. Quasi tutti, vero? Io so resistere benissimo a tutto, tranne che alle tentazioni sui giocattoli surfistici. Infatti è da settembre dello scorso anno che tentavo in tutti i modi di allontanare la “scimmia” che mi assaliva per sostituire la mia tavola da vento leggero. Avevo un efficientissimo JP FSW 102, leggerissimo, in perfettissimo stato, con cui mi trovavo bene. Comprato nel 2005, modello “nuovo” 2006, praticamente perfetto, ci ho fatto circa 50 uscite in questi anni… poteva farne tranquillamente altre 50. Sapete bene com’è…   la scimmia sale, monta, si trasforma in orango… ma non trovavo veramente nessuno stimolo a cambiare la tavola per… qualcosa di praticamente uguale.
In una serata uggiosa di fine inverno, surfeggiavo in internet, leggendo i vari forum, scambiando post e messaggi con amici surfisti… trovando mille motivi per NON cambiare la tavola. Non la cambio. Non mi serve una tavola nuova. Punto e basta..Non c’è momento peggiore di quello per cui si pensa di aver “deciso”, ci si sente sicuri, padroni di sé, capaci di dominare ogni tentazione.
Poi mi scappa il mouse sul sito www.99customboards.com e in pochi secondi mi crolla tutto il castello di sabbia della mia “sicurezza interiore”. Aveva ragione il buddista…. “il passato remoto potrebbe diventare il futuro”.
Mi ri-faccio un Custom? Negli anni ‘90 le “tavolette” custom-made erano famosissime, praticamente un MUST per ogni surfista “esperto” o che si vantava di ritenersi tale.Realizzate su misura, colori personalizzabili, riempivano il vuoto dei costruttori che non erano in grado di offrire al mercato prodotti leggeri e “performanti”. Ve la faccio molto breve, visto che i preamboli di quest’articolo sono lunghissimi.
Date un’okkio alla foto … mi vedete giovanissimo e orgogliosissimo del mio custom SURFLYING.Era una tavola realizzata in Toscana… e proprio in Toscana sono tornato per rifarmi un “regalo”, per tornare alle origini, per avere un giocattolo….. “ORIGINALE”.
Non entro nella discussione del “meglio-custom-o-tavola-di-serie?” oppure “costa-un-botto-e-non-la-vendi-più” o ancora “kakkio-te-ne-fai-che-sei-un-vekkio-surfero-zero-tricks?”Le tavole di serie mi sembravano così anonime, così “finte” nel loro marketing annuale che cambia grafica e mezzo millimetro di shape per diventare più maneggevoli-divertenti-facili-plananti… che non mi davano nessuna soddisfazione nel comprare il fatidico “nuovo modello”.
Ho scelto la via irrazionale, mi sono messo a giocare per avere un giocattolo “tutto mio”. Ho frantumato gli zebedei al mitico Cesarone Cantagalli per almeno 2 settimane: avevo dubbi atroci che non mi facevano dormire la notte!
Scegliere 103 o 107 litri? Scassa power o US? Grafica shock o un “tutto-bianco” di tendenza?
Cesare mi ha ascoltato,  ha chiesto un sacco di misure del mio vecchio JP per capire bene cosa  volevo e cosa mi aspettavo dal “novenove”, ha voluto sapere quali spot frequento, il mio livello, se faccio freestyle, se spakko sulle onde, se forwardo, ….insomma un terzo grado in piena regola.
Ha chiarito e fugato ogni mio dubbio. Ecco dove sta la principale differenza tra una tavole di serie ed un custom.
Anche se hanno misure “di serie” precise e prestabilite con le nuove CNC (macchine teleguidate a controllo numerico che  costruiscono automaticamente lo shape partendo da un monolite di polistirolo) la competenza di uno shaper è talmente elevata e disponibile che sorpassa ogni tipo di messaggio marketing che ritroviamo sulle tavole di serie. La grafica? Si, è importante, alla fine il windsurf è un giocattolo per adulti.
C’è chi sceglie la Ferrari o la Porsche dai colori fighetto-pastello. C’è chi intona la tuta di pelle al colore della moto.
Io ho seguito il consiglio del buddista, ho riempito la nuova custom di gigli fiorentini, per ricordare l’antenata Surflying toscana.Inutile che vi parli di misure, shape, poppe e prue… trovate tutto sul sito internet.
Volete sapere come si comportano le 99 sulle onde e nei tricks? Chiedete a Porcella o a La Croce, li pagano anche per questo! Io vi parlo delle sensazioni di un normalissimo surfista con una tavola nuova sotto i piedi.
Prima uscita: termichino lacustre
Non ho vele grandi, monto la 5,9. Non ho pinne grandi, monto una 25cm.
Per il mio peso (88kg) ed il vento (meno di 15 nodi)  l’attrezzatura è “al limite”, plano solo pompando a mille, però poi la planata si mantiene senza problemi, anche con velocità al “ralenty”. La pinna piccola è veramente poco indicata per queste condizioni, sento la tavola molto “sfuggevole” lateralmente, basta pochissimo per partire in spinout. I Gigli toscani disegnati in poppa mi dicono “oh bischero….. ikke te-t-t-tu sci fai navi’are in ‘odeste ‘onzioni merdaiole?”
In effetti non è il massimo e non mi diverto. Non sono un trickettaro, per cui mi limito al solito avanti-e-indré.
Però una nota super-positiva: in strambata gira in un fazzoletto e se mantengo un raggio più largo sulla curva non perdo la planata, cosa che invece mi capitava spesso con la JP. L’andatura al lasco non è da tavola slalom, ma non mi interessa la velocità, non ho un GPS al braccio né farò mai long distance.
Di sicuro con una pinna adeguata alla superficie velica le cose migliorerebbero un casino.
Seconda uscita: acqua salata e vento sostenuto
Ragazzi, come cambia la musica!!!! Vela 5,3, vento on-shore sui 20 nodi, ondine divertenti e chopponi chiusi in mezzo alla baia….
Spettacolo…. Partenza in planata senza la minima esitazione, controllo tolate del mezzo velistico, ad ogni piccola variazione di peso la gigliata risponde ai comandi….
Supermaneggevole, in surfata sembra molto meno “voluminosa” rispetto ai suoi 107 litri.
Al lasco si controlla benissimo, nonostante il litraggio si controlla molto bene anche nei saltini “forzati”, cioè dove si perde aderenza con l’acqua anche senza volere… Dove le caviglie di solito soffrono un casino… Invece no, tutto perfettamente controllabile; non sarà supervelocisssssima ma non è quello che cercavo, mi serviva qualcosa di facile e maneggevole… trovato al 200%!
Nei buchi di vento è incredibile come riesca a mantenere la planata, basta essere accorti e lascare un filo…. Si rimane nelle straps anche da fermi o quasi!
Provato qualche timido saltino: neutra quanto basta, certo la larghezza in aria si sente un po’, ha tendenza a prendere vento sotto, ma vakkaboia se ci si diverte!
Aumenta il vento sopra i 25 nodi…. Riporto la 99-107  al furgone, promossa apieni voti, è ora di passare alla 4,7 con la tavola wave….
Cosa posso aggiungere? Volevo solo trasmettervi un po’ di “custom-mania”…
Non sono certo il tipo giusto per dare consigli “tecnici” per cui non oso infilarmi in discussioni simili. Mi limito ad un ultimo giro di PRO&CONTRO…
PRO
Ottima possibilità di colloquiare con “chi se ne intende” davvero, mi riferisco a Cantagalli e Valdambrini
Customizzazione di misure e allestimenti per i + esigenti e/o saputelli
Tavola leggera, si può scegliere il livello di finishing
Grafica personalizzabile (nei limiti del catalogo, comunque molto ampio)
Prezzo (non pensiate che un custom costi moooolto di + di una tavola di serie in versione “Pro”)
CONTRO
Dal momento in cui vi parte la scimmia dell’acquisto, dovete pazientare almeno 45 giorni per la consegna!
Vernice delicatina… attenti con i sassolini in spiaggia e nella sacca,  deturpano il vostro gioiello!!!

Se solo fossi un bravo waver….  mi accatterei subito un 99 per le onde vere!!!!
Fèd
No Wind? No Waves? No Future!

 

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3 replies


  1. La tavola e’ proprio bella , vivace ma non sfacciata , e l’articolo divertente e tecnico al punto giusto.
    Bravo Fed .


  2. grazie Luca, mai complimenti furono più “immeritati”, visto la totale incapacità di trickettare del sottoscritto!!!


  3. La tua capacita di ironizzare su vizi e virtu’di noi surferi vale molto piu’ di qualsiasi trick , rileggo con gioia i numeri vecchi di WIND NEWS dove tu e il caporedattore surfavate abilmente le pagine della rivista sulle onde dell’ ironia e del buonumore .

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