4 chiacchiere con Rossel Bertoldo

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E a conferma che le nostre inviate speciali si siano date un bel daffare in Austria… mica solo party bambini… ecco una simpatica intervista a Rossel Bertoldo che quest’anno si cimenta in questa nuova esperienza nel circuito PWA freestyle.
Un grosso più alle nostre “collabo” intervistatrici Stefania Fumagalli, Carlotta Taschetti e Eva Chiochetti… bel colpo per la redazione di Wind News e speriamo che non ce le “freghino” subito!

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Ciao Rossel, raccontaci un po’ come ci si sente a partecipare al PWA. Com’è andata?
È sicuramente una bella emozione, è servito a capire l’allenamento che bisogna ancora fare ma sono fiducioso, perché ho notato che non siamo per niente lontani dai più forti. Dopo i primi dieci penso che tutti, più o meno, siano allo stesso livello. Per quanto riguarda i risultati non sono proprio felicissimo ma considerando che ho perso per pochissimi punti le batterie, mi ritengo abbastanza soddisfatto.

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Ti ritieni più soddisfatto di questa gara o di quella di Leucate, in Franca?
È stata un po’ più divertente quella in Francia ma solo perché c’era vento, lì abbiamo fatto un single e un double, mentre qua finora non siamo ancora riusciti a finire il single. Il vento oggi va e viene, è intorno ai 10-13 nodi, è tutto il giorno che stiamo con la muta addosso però non siamo ancora riusciti a partire. Domani si prevede un po’ di scirocchetto, chissà, magari domani faremo il single.

Prima di entrare in acqua ti organizzi mentalmente una scaletta di manovre o improvvisi al momento?

Per quanto riguarda le manovre c’è poco da fare una scaletta, ogni raffica può essere giusta per un determinato tipo di manovra, quindi una volta che suona la sirena e parte la heat, a seconda dell’intensità della raffica e del tipo di chop a cui ci si trova di fronte, si decide la manovra da svolgere.

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Come ci si sente a gareggiare di fronte a un pubblico così numeroso?
All’inizio non ci ho pensato più di tanto perché comunque mi sentivo abbastanza a mio agio però, in effetti, ieri nel tow-in quando ho visto “migliaia” di persone che mi guardavano, non è stato male, è come se all’inizio ti mancassero un po’ le forze, poi però ci fai l’abitudine.

Parlando di cose serie. Come ti scaldi con questo freddo, fuori dall’acqua?

Prima di entrare in acqua mi scaldo facendo una corsetta, skip alto, skip basso, riscaldamento, simile a quello che si fa nel calcio prima di una partita, giusto per avere un po’ di caldo nella muta. Qui fa abbastanza freddo, quindi entrare in acqua senza riscaldamento limita l’uso del corpo ed è sicuramente meno performante.

Come sono le feste di Podersdorf?
Ho dato uno sguardo ieri e son dovuto scappare perché oggi c’era la gara e quindi mi son detto “andiamo a vedere, controlliamo un po’, facciamo da bravi, andiamo a casa, pronti per affrontare la gara oggi”. La gara non si è fatta però, insomma, sono le cose giuste da fare.

Come ci si sente a rimanere chiusi fuori di casa dagli amici?
Molto bello perché vengo accolto da quattro ragazze e meglio di così non poteva andare.

Quante volte fai pipì nella muta?
Ultimamente mai perché cerco di regolarmi prima entrare in acqua.

Quando non fai windsurf, in che modo ti alleni?
In realtà faccio sempre windsurf. Ogni tanto vado a giocare a basket con gli amici, qualche partitina a pallone. Vivendo a Sant’Antioco comunque il vento non manca, quindi il mio sport principale rimane il windsurf.

Come ti trovi con la tavola nuova, ora che sei entrato nel team 99?
Con la tavola nuova mi trovo molto bene, diciamo che devo ancora farci un po’ il piede però rispetto al Tabou sicuramente, come 90 litri, è un po’ più radicale però mi piace perché è veloce, “slida” bene, ha un bel rail che mi permette di fare power moves in maniera abbastanza radicale.

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Invece, ora che fai parte del team LSD, cosa ne pensi delle nuove pinne?
Non appena torno a Sa Barra avrò modo di testarle tutte, le posizionerò in maniere differenti fino a raggiungere quella perfetta, grazie anche al consiglio dei miei compagni di team Taty, Amado e Tonky. Comunque sono pinne che hanno molta portanza e permettono alla tavola di raggiungere velocità molto elevate.

Sei carico per le prossime gare?
Sì adesso torno a casa e ci sarà il Sa Barra Contest, che varrà come campionato italiano. Sono pronto, sicuramente questa esperienza al PWA potrà darmi qualche vantaggio per quanto riguarda il campionato italiano. Penso anche che la professionalità e la capacità di organizzare eventi come questi dovrebbero essere da esempio, soprattutto per il circuito italiano.

Come ti è sembrata l’organizzazione di questa tappa?
Molto buona, abbiamo tutto quello di cui un rider ha bisogno, c’è lo spazio per tenere il nostro materiale, cibo, bevande gratis. Gli alloggi però costano parecchio e, soprattutto per coloro non sono nei primi 16, partecipare a una tappa di coppa del mondo è abbastanza dispendioso. Alla fine però penso che ne valga la pena, è un’esperienza che mi ha fatto crescere, per quanto riguarda le gare.
Ora vi saluto e ringrazio gli amici di Wind News e tutti coloro che leggeranno questa intervista!

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